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Il Tamburo Parlante - Regioni naturali
Regioni naturali

1 - LA COSTA ORIENTALE AFRICANA

 

La costa orientale del continente si affaccia sull'Oceano indiano, con lunghe e basse distese sabbiose. Al largo la barriera corallina è punteggiata da numerose isole le più famose delle quali sono Zanzibar, Pemba e Mafia. Il clima dell'intera regione gode di temperature mitigate e costanti e di abbondanti precipitazioni regolate dal regime di venti che prende il nome di monsoni. Con fragili imbarcazioni di legno, cucito con fibre di palma, gli antichi navigatori indiani, indonesiani, persiani e arabi, raggiunsero la costa a partire dal primo millennio A. C. sospinti dai venti monsonici. Gli intensi scambi di merci e tecniche, di piante e di animali domestici hanno reso la regione costiera assai differente dal resto del continente, perché elementi della tradizione africana si sono mescolati a quelli delle civiltà asiatiche. Nelle fertili ed umide pianure litoranee si sono espansi, provenienti dalle regioni dello Zambesi, i popoli bantu che utilizzavano l'agricoltura "taglia e brucia", resa possibile dall'uso di strumenti di ferro. Nella regione costiera, oltre alla palma da cocco, troviamo piante coltivate d'origine asiatica come gli alberi di manghi, banani, chiodi di garofano, noce moscata, cannella e colture di riso e canna da zucchero. A queste si mescolano le coltivazioni di patate, manioca, tabacco e mais di origine americana cioè di più recente introduzione.

2 - LA SAVANA: TRA LA FORESTA EQUATORIALE CONGOLESE E IL DESERTO SUDANESE

Le regioni al limite settentrionale delle vaste foreste equatoriali del bacino del fiume Zaïre sono costituite da territori pianeggianti e collinari solcati da numerosi corsi d'acqua. Le formazioni vegetali caratteristiche sono costituite da immense savane più o meno umide e da foreste a galleria, lungo le sponde dei fiumi principali. Grazie all'abbondanza delle acque fluviali e alla notevole piovosità, sufficiente per le coltivazioni, numerose popolazioni umane si stabilirono in tali aree, favorite anche dalla presenza di una ricca fauna selvatica, costituita, oltre che da mammiferi tipicamente forestali, come l'okapi (Okapia johstonii) ed il bongo (Boocercus bongo), da numerose specie di antilopi di boscaglia e di savana. Gli Zande furono nel secolo scorso una delle più potenti popolazioni dell'area: essi estesero il loro dominio in tutta la regione settentrionale della foresta congolese, sino alla savana sudanese. Civilizzazione raffinata e colta, gli Zande erano organizzati in regni, ognuno dei quali, per mezzo di un esercito ben strutturato ed armato, era in grado di controllare vasti territori, utilizzando anche sistemi di comunicazione quali i grandi tamburi a fessura, il cui uso era riservato ai capi.

3 - LA RIFT VALLEY E LA REGIONE DEI GRANDI LAGHI

La Rift Valley è una immensa spaccatura della superficie terrestre che attraversa verticalmente il continente dalla depressione della Dancalia, sul Mar Rosso, sino al lago Malawi ed al Mozambico centrale. Cominciò a delinearsi oltre 20 milioni di anni fa a seguito di potenti movimenti tettonici che provocarono prima il sollevamento di vaste superfici ed poi la loro fratturazione lungo complessi sistemi di faglie. A tali fenomeni si accompagnò lo sviluppo di un'imponente attività vulcanica: attorno alla fossa tettonica si innalzano numerosi vulcani ormai spenti, tra i quali il Kilimanjaro, la vetta più alta del continente, coperta di ghiacci e nevi perenni. Nel fondo valle numerosi sono i laghi formatisi per accumulo di acque meteoriche e fluviali, tra i quali alcuni dei più grandi specchi d'acqua del continente come i laghi Turkana, Alberto, Edoardo, Tanganika, Malawi. Ricche di fauna, queste regioni sono abitate da popolazioni essenzialmente pastorali, che dipendono per la loro sopravvivenza dagli armenti di bovini. Il prestigio di un capofamiglia sta nel numero di bovini che possiede; le alleanze, i matrimoni sono possibili solo con lo scambio di animali, animali vivi, perché essi hanno valore solo in quanto tali e non come carne da macello. L'agricoltura, è un'importante fonte di cibo secondaria, necessaria alla sopravvivenza, ma i riti, le tradizioni, le leggende mostrano la preponderanza culturale della pastorizia per quasi tutti i popoli della regione.

4 - DALL'ALTOPIANO ETIOPICO ALLE PIANURE DEL NILO

I monsoni spingono dall'Oceano indiano verso gli altipiani etiopici le nubi cariche di pioggia: l'altitudine ed il clima, fanno di queste terre una delle regioni più particolari dell'Africa. Innumerevoli sono gli ambienti ed i paesaggi naturali che caratterizzano l'Etiopia, dalle aridissime steppe e boscaglie delle pendici degli altipiani alle ubertose praterie sopra i 2.000 metri di quota, sino ai boschi montani ed ai pascoli alpini delle vette più elevate. L'Etiopia, terra dove sono stati rinvenuti alcuni dei resti più antichi di ominidi come l'Australopithecus afarensis, fu sede, nell'antichità, di importanti regni che commerciavano con gli Egizi e con l'Oriente. Il cristianesimo, introdotto in Etiopia già nel IV secolo, dette luogo ad una tradizione cristiana copta, che ebbe duraturi contatti con l'Europa. Dal punto di vista culturale gli altipiani etiopici sono notevoli per aver sviluppato un modello culturale particolare nel quale spiccano l'uso dell'aratro, il tornio e altri strumenti sconosciuti al resto dell'Africa tradizionale. Tutto intorno ai verdi altipiani si estendono vaste distese aride e subdesertiche dove il cammello a una gobba, o dromedario (Camelus dromedarius), costituisce uno dei pochi mammiferi domestici in grado di tollerare tali estreme condizioni ambientali.     Il dromedario rappresenta il fulcro del patrimonio zootecnico delle popolazioni nomadi pastorali per lo più islamizzate. L'ampio sviluppo degli scambi commerciali tra altopiano cristiano e popolazioni islamizzate delle savane circostanti è avvertibile nella varietà degli oggetti, decorazioni, utensili.